Il primo passo è cercare di dare una definizione del concetto di tipicità dei prodotti alimentari, e tra le tante definizioni presenti in letteratura, quella di seguito riportata risponde a canoni di semplicità e chiarezza: “un prodotto si può considerare tipico, quando in esso si realizza la concomitanza di alcuni fattori, che sono riconducibili alla loro cosiddetta memoria storica, alla localizzazione geografica delle aree di produzioni, alla qualità della materia prima impiegata nella loro produzione, ed alle relative tecniche di preparazione” La memoria storica di un prodotto riguarda tutte le tradizioni collegate al prodotto stesso. Ciò implica inevitabilmente una presenza antica di tale prodotto in un territorio circoscritto, dove le condizioni ambientali specifiche di un luogo geografico lo caratterizzano e lo rendono unico. La materia prima è considerata di qualità, proprio grazie alla lunga tradizione tramandata negli anni.
L’ultimo elemento che dà tipicità ad un prodotto, è la tecnica di preparazione, che assume poca importanza per i prodotti non trasformati, e molta per quelli trasformati. Quando si parla di tecniche di preparazione, ci si riferisce all’esperienza degli artigiani, agli strumenti utilizzati, ai tempi scelti per la preparazione, mezzi e metodologie, anch’esse tramandate, a loro volta con una memoria storica.
Quanto detto sino ad ora, risponde ai primi due interrogativi posti sopra. Per sapere, poi, da cosa sia stabilita la caratterizzazione dei prodotti tipici, bisogna fare riferimento alla loro regolamentazione giuridica.